In questo maledetto paese son vent’anni che il Comune ha promesso un acquedotto
Ma promesso solamente, il raccolto sta morendo, qui da noi non piove mai
Siamo stanchi di aspettare, l’acqua non arriva mai…
I Giganti, Terra in Bocca, 1971
Nel 1971 il gruppo italiano de I Giganti pubblica l’album Terra in bocca. Poesia di un delitto. Nei 46 minuti dell’album, le dodici tracce, incise come una lunga unica suite, vanno a costituire una delle più interessanti composizioni del rock progressivo italiano. Ma alla qualità dell’arrangiamento musicale si affianca il valore dei testi scritti da Piero De Rossi che fanno dell’album uno dei più forti e accessi atti di accusa contro la mafia in Sicilia. La storia d’amore tra i due giovani protagonisti dell’album si intreccia infatti alla storia di un paese riarso dal clima arido dove la mancanza di acqua rende sterile il terreno. La lotta del padre contro gli abusi dei clan mafiosi per il controllo dell’acqua si riverbera così in una lunga sequenza di crimini e minacce che culminano con la morte del giovane protagonista ma, allo stesse tempo, con la comparsa dell’acqua proprio nel podere del padre.
Trasmesso in radio solo una volta, l’album è stato per anni vittima di ostracismo e censura ma, ristampato nel 2010 trova finalmente un degno riconoscimento nel 2011 quando I Giganti vincono, a quarant’anni dalla pubblicazione di Terra in bocca, il Premio Paolo Borsellino . Motivo del premio è la forte attualità del disco che nelle sue tracce tocca molti degli attuali problemi legati alle mafie ma anche alla gestione e controllo ambientale: la scarsità d’acqua, risorsa preziosa e quanto mai abusata, l’uso del suolo, la speculazione e l’abuso edilizio e la corruzione che soggiacciono a questi temi. Scelta come bonus track del n.20 di OFFICINA* dedicato alla Terra, l’album incarna a pieno le esperienze raccontate nel numero, offrendo con le sue tracce e col piccone scomposto in quarta di copertina un monito volto a placare la nostra insistente “fame di terra”.
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