“Per camminare su una corda tesa si ha certamente bisogno del corpo, ma prima di tutto è necessario generare una sorprendente energia di solidità e di fede: bisogna credere”
OFFICINA* 10 | gennaio - febbraio 2016
“Per camminare su una corda tesa si ha certamente bisogno del corpo, ma prima di tutto è necessario generare una sorprendente energia di solidità e di fede: bisogna credere”
Olimpiadi di Londra 2012, più precisamente il giorno 2 luglio: i giochi non sono ancora iniziati, ma si percepisce già da tempo nel Regno Unito lo spirito sportivo, l’adrenalina da competizione. La torcia olimpica sbarca a Land’s End il 19 maggio e tocca più di 1000 città britanniche, ma quel giorno di luglio il tedoforo Sebastian Coe si sofferma al “muro dei dottori” della scuola della cittadina di Rugby (contea del Warwickshire, UK). La torcia olimpica diventa l’espediente per commemorare Thomas Arnold (1795-1842), rettore della scuola stessa per molti anni, ma soprattutto sostenitore e promotore dell’idea di sport.
Questa idea è qualcosa che va ben oltre l’etimologia della parola “sport”, che riconduce al concetto di divertimento: bensì lo sport come valore educativo, come campo in cui imparare a lottare, con gli altri o contro gli altri, ma soprattutto con sé stessi. “Temprare l’animo”: a questo serve lo sport, che si tratti di correre la domenica mattina o di cavalcare un’onda alta 30 m come Garrett McNamara (Nazaré, 2011). Lo sport ci mette prima di tutto a confronto con noi stessi, spogli di tutto davanti ai nostri limiti, oltre i quali ci spingiamo ad andare: come nel lavoro del resto, dove l’ambizione ci porta a progettare e a creare. Ma lo sport si distingue perché è un passatempo, che può piacere o meno, nessuno ci obbliga: tuttavia Thomas Arnold vede in questa disciplina prettamente fisica prima di tutto un esercizio intellettuale, utile in qualsiasi tipo di lotta che l’uomo è costretto ad affrontare. Lo sport infatti nel corso della storia è stato spesso il luogo e l’occasione per sensibilizzare su particolari valori, in particolar modo sulla discriminazione, di qualsiasi natura essa fosse o sia. Quel 2 luglio Sebastian Coe ha voluto portare l’attenzione mediatica proprio sulla figura di Thomas Arnold e sulle sue teorie dello sport, che legano l’attività fisica a quella intellettuale e caratteriale.
Da qui i MuoviMenti: quando ci muoviamo, conosciamo. Lo sport è prima di tutto ricerca e scoperta, un’avventura per esplorare luoghi e per conoscere le nostre capacità, soprattutto i nostri limiti. E proprio di fronte a questi limiti, ci ingegniamo per progettare strumenti per superarli, che si tratti di allenamenti per migliorare le prestazioni fisiche o di strumenti ausiliari che “prolungano” il nostro corpo per poter, ad esempio, volare. Sport significa appunto esplorare, un’indagine applicata su diverse scale: da quella urbana a quella tecnologica nei laboratori. Praticare sport può dunque portare a conoscere ben oltre le proprie capacità fisiche: ci interroga sui materiali che stiamo utilizzando, sui luoghi in cui lo esercitiamo e sulle persone con cui ci confrontiamo. Ed è proprio in questi MuoviMenti che la passione sportiva si intreccia con la ricerca.
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London 2012 Olympic Games, more precisely on July 2nd: the games haven’t started yet, but in the United Kingdom the sportsmanship senses already, also the sport adrenalin. The Olympic torch arrives in Land’s End on May 19th and it reaches more than 1000 british cities, but that day in July the torch-bearer Sebastian Coe pauses at “graduates wall” in the Rugby School (Warwickshire, UK). The Olympic torch becames the device to commemorate Thomas Arnold (1795-1842), the dean of the same school for many years, but especially he was a supporter and promotor of the “sport idea”. This idea goes beyond the meaning of the word “sport”, that is the idea of entertainment. In fact the sport is an educational value and it represents the playground where we learn how to fight, with the others or against the others, but exspecially we learn how to fight with us.
The sport needs to “toughen soul up”: this sport is both sunday morning running, and the surfing on the 30 m high wave like Garret McNamara (Nazaré, 2011). Primarily the sport compare us with ourselves and we are spare in front of our limits beyond which we want to go: it’s like in the job, where the ambition encourages to create and plan.
However the sport is an hobby, it can be a pleasure or not and nobody is forced to do it: nevertheless Thomas Arnold looks in this physical discipline an intellectual excercise, useful in many kinds of match that men must take on. In fact over the centuries the sport has often represented the occasion to make aware of specific values, particulary concerning the discrimination of any nature it was or is being. That July 2nd Sebastian Coe decided to bring the media attention really on the figure of Thomas Arnold and this idea about sport, that connect the physical exercise to the intellectual and caracterial disciplines.
They’re the MuoviMenti: when we move, we know. First of all, the sport is research and discovering; it’s an adventure to explore places and to know our capabilities, especially our limits. When we know these limits, we try to design tools to pass them: they can be specific trainings to improve our physical permformance or supporting tools to “extend” our body, for example for flying. Sport means exploring and it is applicated on several levels: from the urban to the technological scale. Thanks to sport, we can discover more than our physical capabilities: we know the materials of our tools, the places where we train and the people with whom we compare ourselves. From these MuoviMenti, the sport passion intertwines with the research.
N.10 gennaio – febbraio 2016
Bimestrale di Architettura e Tecnologia
Digitale ISSN 2384-9029
Introduzione
di Margherita Ferrari
Ri-Ciclare la mobilità in Veneto
di Lorenzo Fabian, Ettore Donadoni e Luca Velo
City running tour per la promozione di un turismo attivo
di Giulia Abbruzzese
Woodpark: laboratorio di idee in movimento
di Giorgio Sinapi e Antonio Battista
Sconfinamenti: la danza verticale
di Wanda Moretti
Analisi della gestualità nell’interazione
di Isabella Loddo
L’intelligenza del polpo
di Pietro Barucco e Alessandro Pera
L’anello che non tiene?
di Daria Petucco
Protesi e sport
di Dario Martini
Design per la salute, il benessere e lo sport
di Medardo Chiapponi, Andrea Ciotti, Maddalena Mometti e Francesca Toso
ESPLORARE
Fare ricerca in design
di Giulia Ciliberto
Henri Cartier-Bresson e gli altri. I grandi fotografi e l’Italia
di Valentina Manfè
Il nuovo Museo Luigi Bailo
di Filippo Banchieri
PORTFOLIO
D’architettura e Mostri, Fantasmi e Favelas
testo di Davide Pesavento, immagini di Alessandra Ciarmela
IN PRODUZIONE
Un serramento di design
di Emilio Antoniol
VOGLIO FARE L’ARCHITETTO
Milano Renatur
di Angel Cerezo Cerezo
Una palestra sostenibile per l’arrampicata sportiva
di Andrea Martinelli
IMMERSIONE
Cradle-to-cradle: un approccio sistemico per l’architettura sostenibile
di Andrea Meneghelli
DECLINAZIONI
Fórcola
di Margherita Ferrari
MICROFONO ACCESO
Michele Ferrarin
a cura di Mattia Cambi e Margherita Ferrari
CELLULOSA
Con il vento in faccia
a cura dei Librai della Marcopolo
(S)COMPOSIZIONE
Per quanto tempo è per sempre?
di Emilio Antoniol