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Trame

OFFICINA* 12 | maggio- giugno 2016

> Solo digitale

“Tessile vuol dire anche innovazione, tecnologia e sviluppo: i telai meccanici a vapore, motore della prima rivoluzione industriale, lo sviluppo delle fibre sintetiche, l’applicazione di tessuti in campi che esulano quello della moda come l’architettura, l’aeronautica e lo sport sono solo alcune delle molte sfide tecnologiche che i tessuti hanno saputo affrontare nei secoli”

Sommario

T di tessile, l’ambito che da secoli intreccia materiali, colori, percezioni tattili e tecniche con la cultura e il progetto. Lo spazio fisico e immaginario in cui i professionisti legati al mondo del fashion si confrontano: non solo case di moda, fotografi, designer, imprese, illustratori ed editori ma anche storici, economisti, comunicatori, informatici. Tessile come il territorio aperto a contaminazioni con materiali “altri” per la progettazione e realizzazione di abiti e accessori e che ricerca differenti modalità di interazione con il corpo umano. Il contesto che proprio per questi ultimi motivi si è presentato, nel tempo, sotto forma di molteplici declinazioni, attraverso differenti “modi” (il termine italiano che più volte ha affiancato “moda” in titoli di testi, mostre ed eventi).
T di tecnologia, sempre più parte integrante di un campo che ha saputo diventare sede di sperimentazione, innovazione e trasferimento tecnologico. Un campo in cui l’applicazione delle nanotecnologie ha portato allo sviluppo di tessuti altamente e “nuovamente” performanti tra cui gli idrorepellenti, gli antimicrobici, gli ignifughi, quelli resistenti ai raggi UV, gli antimacchia). Un campo da cui anche discipline apparentemente distanti, come ad esempio la medicina, traggono vantaggio dalla manipolazione diretta delle fibre o dall’integrazione di tessuti con sensori per il monitoraggio a distanza di funzioni organiche, per processi riabilitativi o per trattamenti farmacologici.
T di tradizione, quella che ci riporta non solo alle coperture tessili delle “nomadi” Yurta mongole, appropriate alla temporaneità di tali abitazioni o alle architetture giapponesi ma anche quella che fa riferimento alla salvaguardia e al trasferimento di un patrimonio culturale e di conoscenze tecniche. Un bagaglio che le più illuminate aziende non rinunciano a tenere come riferimento nella loro attività in un dialogo stretto con le più spinte innovazioni di processo e di prodotto; un’eredità da divulgare, da archiviare in maniera ordinata, da comunicare attraverso canali, reti (anche fisiche) e iniziative.
T di trame, non solo quelle tessili ma anche quelle cinematografiche, che documentano ad esempio l’intreccio tra i prodotti realizzati e i luoghi o le persone che ad essi hanno dato vita. Territori ed edifici plasmati sulle esigenze produttive che in molti casi si sono ora trasformati in vuoti urbani e sociali. Ma anche trame che permettono di esplorare il mondo della moda attraverso nuovi strumenti, nuove forme, nuovi linguaggi.
T di tempo, quello da dedicare alla lettura di questo numero.

Summary

T of textile, the environment that, since ages, weaves together materials, colours, tactile and technical perceptions with culture and the project. Imaginary and actual space where experts related to the fashion world compare themselves: not only fashion houses, photographers, designers, enterprises, illustrators and publishers but also historians, economists, communicators, computer technicians. The territory being open to contaminations with “different” materials employed to design and create dresses and fashion accessories, researches different ways to interact with the body. The context that, precisely for these last reasons, over time presented itself in the form of various inflections, through different “Modi” (meaning “ways”, the Italian word often juxtaposed to “Moda” meaning “fashion” in the titles of texts, exhibitions and events).
T of technology, always more part and parcel of a sector that has been capable of becoming a test, innovation and technology transfer centre. A field where the nanotechnologies’ application led to developing “again” highly performing fabric (water-repellent, antimicrobial, fire-resistant, UV rays-resistant, stain-resistant, etc.). A field in which apparently distant disciplines, for example as medical science can be, benefit from the fibres’ direct manipulation , from the fabric’s integration with sensors for body functions distant-control, rehabilitating processes or pharmacological therapies.
T of tradition, the one that takes us back not only to Yurta Mongolian “nomads” textile coverings suitable for these dwelling places’ impermanence, or to the always Asian Japanese architecture, but also the one referring to a cultural heritage safeguard and transfer as well as of technical knowledge. An expertise that the most broad-minded enterprises don’t give up keeping it as reference in their activity, in a close dialogue with the most avant-garde process and product innovations; a heritage to be disclosed, to be archived with order and accuracy, to be transmitted through channels, networks (also physical ones) as well as initiatives.
T of “trame”. In Italian the word has a double meaning: one is “weave” and the other is “storyline”… not only textile “trame” (weaves) but also movie “trame” (storylines). For example they provide evidence of the weave between items produced and the places or the persons that gave life to the same. Areas and buildings shaped on productive requirements that, in many cases, have now been transformed in urban and social nothingness. But also “trame” (stories) that allow to explore the fashion world by means of new instruments, new shapes, new styles.
T of time, the time you now have to dedicate yourself to reading this issue.

OFFICINA*12

N.12 maggio – giugno 2016

Bimestrale di Architettura e Tecnologia
Digitale ISSN 2384-9029

Indice

Trame

Introduzione
di Valentina Covre
Ardite trame
di Valentina Covre
Tessuti come storie
di Francesca Vanzi
Cosà&Così. Una maglia, quattro modi per indossarla
di Antonietta Casini
L’immagine in movimento
di Massimiliano Ciammaichella
Di tessuti e di altre storie
di Emilio Antoniol
Non omne qui nitet viridis est!
di Isabella Vivaldi
Creazioni Zuri: gioielli in carta
di Chiara Zuliani e Manuela Rigon

Rubriche

ESPLORARE
Boccioni (1882-1916). Genio e memoria
di Valentina Covre
Steve McCurry. Senza confini
di Valentina Manfè
Venice Open Stage
di Ass. Cantieri Teatrali Veneziani
PORTFOLIO
Tessitura Renata Bonfanti
a cura di Daria Petucco
IN PRODUZIONE
D’oro e seta
di Emilio Antoniol
VOGLIO FARE L’ARCHITETTO
Dalla città del tessuto, alla città in tessuto
di Giulia Sacilotto e Alberto Bertollo
IMMERSIONE
Improvvisazioni manifeste
di Paola Fortuna
BIM NOTES
Lost in Modeling
di Carlo Zanchetta
DECLINAZIONI
Fibbia
di Chiara Trojetto
MICROFONO ACCESO
Aires Mateus
a cura di Francesca Guidolin
CELLULOSA
Più nero del nero
a cura dei Librai della Marcopolo
(S)COMPOSIZIONE
Non stirare più!
di Valentina Covre

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