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Migrazioni

OFFICINA* 13 | luglio - agosto 2016

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“Le migrazioni umane sono solo una delle tante facce di un fenomeno che si proietta, a livello globale, su tutte le attività che riguardano essere animati e non: migrano persone, animali, cose, idee e anche intere culture, contaminandosi l’un l’altra e generando, in tal modo, innovazione, sviluppo e crescita”

Sommario

Oggi, parlare di migrazioni appare un tema scontato e talvolta quasi abusato; basta aprire un qualunque quotidiano e si finisce per essere sommersi dalle notizie che ci raccontano del dramma dell’immigrazione, delle atrocità del viaggio e dell’inadeguatezza delle risposte della politica. Termini come immigrato, clandestino, scafisti, barconi sono ormai parte della cronaca quotidiana dove tutto ciò che è “migrante” viene etichettato come “problema”, dimenticando che il migrare è un’azione molto più diffusa e frequente di quanto si possa pensare. Le migrazioni umane sono infatti solo una delle tante facce di un fenomeno che si proietta, a livello globale, su tutte le attività che riguardano essere animati e non: migrano persone, animali, cose, idee e anche intere culture, contaminandosi l’un l’altra e generando, in tal modo, innovazione, sviluppo e crescita.
Certamente gli spostamenti umani, specie quelli provocati da guerre, povertà o discriminazioni, si presentano come uno dei fenomeni di maggior evidenza del nostro tempo, sia sul piano sociale che su quello geopolitico, ma ciò che risulta ancora più evidente è la risposta, spesso scontata, che scaturisce da tale questione. Nascono così muri, barriere e confini che tentano, spesso senza successo, di arginare la migrazione, senza in realtà cercare di affrontare e capire le sue ragioni più intime.
Non esistono però solo muri di cemento e filo spinato: le barriere più resistenti sono quelle sociali e culturali, barriere concettuali che con la loro forza ostacolano il progresso e la crescita, che alterano le percezioni e definiscono i punti di vista, che occludono il dialogo e limitano la condivisione.

È proprio a queste barriere che guarda questo nuovo numero di OFFICINA*, con l’intento di leggere il fenomeno migratorio da punti di vista inusuali e differenti tra loro, a volte molto distanti, ma non per questo meno capaci di costruire una relazione tra popoli e luoghi differenti. La migrazione sarà allora contaminazione sociale tra migranti e abitanti, sarà trasformazione urbana o innovazione tecnologica, sarà contaminazione tra arti e stimolo per il riciclo in un’economia circolare o ancora sarà trasformazione della specie in un percorso evolutivo che vede nella migrazione un potente motore di innovazione. Gli articoli, scritti da architetti, designer, urbanisti, antropologi, chimici e botanici dimostrano come il riflettere sul migrare richieda una particolare propensione al dialogo transdisciplinare, dove le barriere culturali lascino il posto alla contaminazione, per dare forma a una visione nuova, multicentrica, e capace di stare al passo con l’evoluzione del mondo che oggi abbiamo di fronte.

Summary

Nowadays, talking about migration seems to be an obvious and sometimes abused issue; simply opening a newspaper you are overwhelmed by news about immigration drama, atrocities during sea trips and about the inadequacy of policy responses. Terms like immigrant, clandestine, smugglers, barges, etc. are really common in the daily news where all that is “migrant” is labeled as a “problem”, forgetting that migration is much more widespread and frequent than you can think. In fact, human migrations are just one of the many faces of a phenomenon that is projected on activities concerning the alive and the inanimate: people, animals, things, ideas and even whole cultures migrate, contaminating each other and thereby generating innovation, development and growth.
Surely human mass movements, especially those caused by wars, poverty and discrimination, are one of most important phenomena of our time, both in social and geopolitical terms. But what is even more relevant, are the often obvious responses, generated by this phenomenon. Walls, barriers and boundaries arise everywhere trying unsuccessfully to curb migration, without understanding its most deep reason. But concrete and barbed wire walls are not the only existing barrier: the most resistant one are social and cultural walls. They are conceptual barriers that hinder progress and growth with their strength, altering perceptions and defining the point of view, obstructing dialogue and limiting sharing possibilities.
It is precisely at these barriers that OFFICINA*’s present number turns to, with the aim of reading the migration phenomenon from unusual and different points of view. They can be very distant from each other, but not for this less capable of building a relationship between people, places and different species. Migration will be described as a social contamination between migrants and residents, as an urban transformation or technological innovation, as a contamination between arts, as a stimulus for recycling or as a species transformation in an evolutionary path which sees a powerful innovation engine the migration.
The articles, written by architects, designers, urban planners, anthropologists, chemists and botanists demonstrate how it is necessary to reflect a particular propensity to transdisciplinary dialogue on migrations, where cultural barriers may give way to contamination, to create a new multicentric vision capable of being aligned with today’s world evolution.

OFFICINA*13

N.13 luglio – agosto 2016

Bimestrale di Architettura e Tecnologia
Digitale ISSN 2384-9029

Indice

Migrazioni

Introduzione
di Emilio Antoniol
Da questa parte del mare
di Irene Leonardelli
Guerra, immigrazione e archittettura
di Michele di Marco
Inter-territorial migration, life-style choices and dispersed urbanization
di Dan Narita
Migrazioni tecnologiche
di Emilio Antoniol e Francesca Guidolin
Yurta del pescatore
di Marco Imperadori, Federico Lumina, Elisa Mutti, Ilaria Polese
Design come transdisciplina
di Chiara Scarpitti
Paleomigrazioni e tracciati climatici
di Alice Callegaro e Federico Dallo
Oophaga pumilio, the Poison Dart Frog
di Diego Ivan

Rubriche

ESPLORARE
Edward Hopper
di Valentina Manfè
LACUNA/AE
di Margherita Ferrari
Reporting from the Front
di Massimo Mucci
PORTFOLIO
Indizi di migrazioni
di Valentina Covre
IN PRODUZIONE
Dall’estrazione al progetto: la Pietra di Vicenza
di Francesca Guidolin
VOGLIO FARE L’ARCHITETTO
Grafting Architecture
di Giada Bovenzi
IMMERSIONE
Trovarsi ai bordi
di Diari di Bordi
BIM NOTES
Il BIM come strumento di studio della costruzione dell’opera edile
di Paolo Borin e Carlo Zanchetta
MICROFONO ACCESO
Cino Zucchi
a cura di Francesca Guidolin
CELLULOSA
Stavo guardando la cartina
a cura dei Librai della Marcopolo
(S)COMPOSIZIONE
Movimenti in equilibrio
di Valentina Covre

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