“Immaginare un avvenimento senza riferirlo a un luogo è un’azione priva di senso. Il luogo è evidentemente una parte integrante dell’esistente!”
OFFICINA* 16 | gennaio - marzo 2017
“Immaginare un avvenimento senza riferirlo a un luogo è un’azione priva di senso. Il luogo è evidentemente una parte integrante dell’esistente!”
La nostra vita quotidiana è costituita da fenomeni concreti. Essa è composta di persone, animali, fiori, alberi e foreste, di pietra, terra, legno e acqua, di città, strade e case, porte, finestre e arredi. Ed essa è fatta di sole, luna e stelle, di nuvole che vanno alla deriva, di notte e giorno e stagioni che cambiano. Ma essa comprende anche fenomeni meno tangibili, come le sensazioni. […] Le cose concrete che costituiscono il nostro mondo fenomenico sono interrelate in modi complessi e forse contradditori. Alcuni di questi fenomeni possono per esempio comprenderne altri. Le foreste sono fatte di alberi e le città sono fatte di case. Il paesaggio è un fenomeno che ne comprende altri. In generale possiamo dire che alcuni fenomeni costituiscono l’ambiente di altri. Un termine concreto per descrivere l’ambiente è “luogo”. È di uso comune riferirsi ad azioni e avvenimenti con il termine ha luogo. Infatti immaginare un avvenimento senza riferirlo a un luogo è un’azione priva di senso. Il luogo è evidentemente una parte integrante dell’esistente!”
(Norberg-Schulz C., “Genius Loci. Towards a phenomenology of architecture”, Milano, Rizzoli, 1980, pag.6).
Con queste parole l’architetto Norberg-Schulz inizia la sua riflessione su concetto di “luogo” e sulla relazione che questo ha con l’attuarsi fenomenico della nostra vita. Anche le azioni più comuni come il dormire o il mangiare, continua l’architetto, hanno sempre luogo in uno spazio che possiede delle peculiarità che lo rendono unico rispetto ad ogni altro. Siamo così di fronte al Genius Loci, quell’entità naturale legata a un luogo, che Norberg-Schulz rievoca a giustificare l’indissolubile connessione tra ogni forma di azione e il luogo in cui essa si svolge. Quando poi a un’azione semplice ne sostituiamo una più articolata e complessa come la produzione artistica, il legame tra luogo e azione appare ancora più forte ed evidente. L’arte usa lo spazio, sia naturale che antropizzato, come una tela ma allo stesso tempo è il luogo a caratterizzare l’opera artistica creando un legame tra le due entità.
In questo numero OFFICINA* indaga i meccanismi che sottostanno a questi processi, oggi accentuati da una “cultura urbana” che tende a impadronirsi dei luoghi, a trasformarli per poi abbandonarli quando non sono più utili. In un passaggio dal naturale all’antropizzato, il numero presenta quindi varie modalità di relazione e contaminazione tra forme artistiche quali la scultura, il teatro, il cinema e la street art e gli spazi in cui tali opere hanno luogo. Aprono il dossier i contributi di Arte Sella e Dolomiti Contemporanee che incarnano l’ideale di totale fusione tra arte e natura; seguono i contributi di Venice Open Stage e Lago Film Fest, due festival che trovano nella partecipazione della comunità un tratto caratterizzante di forte rilievo, per chiudere con i temi del “Mascheramento Urbano” e del writing in cui la città, o le sue rovine, costituiscono la scena principale per la performance artistica.
Our everyday life-world consists of concrete “phenomena”. It consists of people, of animals, of flowers, trees and forests, of stone, earth, wood and water, of towns, streets and houses, doors, windows and furniture. And it consists of sun, moon and stars, of drifting clouds, of night and day and changing seasons. But is also comprises more intangible phenomena such as feelings. […] The concrete things which constitute our given world are interrelated in complex and perhaps contradictory ways. Some of the phenomena may for instance comprise others. The forest consists of trees, and the town is made up of houses. “Landscape” is such a comprehensive phenomenon. In general we may say that some phenomena form an “environment” to others. A concrete term for environment is “place”. It is common usage to say that acts and occurrences take place. In fact, it is meaningless to imagine any happening without reference to a locality. Place is evidently an integral part of existence!
(Norberg-Schulz C., “Genius Loci. Towards a phenomenology of architecture”, Milano, Rizzoli, 1980, pag.6).
With these words the architect and architectural theorist Norberg- Schulz began his reflection on the concept of “place” and on the relationship that it has with the working out of our “phenomenic” life. Even the most common actions such as sleeping or eating, continues the architect, always happen in a place that has a character and peculiarities which make it unique compared to any other. We are hence in front of the Genius Loci, the natural entity tied to a place and worship object in the Roman tradition, which Norberg-Schulz evokes to justify the indissoluble connection between all forms of action and where they take place. Then, when a simple mechanical action is replaced by a more detailed and complex one like the artistic production, the link between place and action appears even stronger.
Art uses the space, both natural and man-made, like a canvas but at the same time it is the place that characterize the art work, creating an indissoluble link between the two entities. In this number OFFICINA* investigates the intricate mechanisms that underline these processes now exacerbated by an “urban culture” that use to take possession of the place, to transform it irreversibly and to abandon it when it is no longer useful. In a passage from natural to man-made, the number presents different relationships and contaminations between art forms such as sculpture, theater, film and street art and the place in which these works take place. The dossier is opened by the contributions of Arte Sella and Dolomiti Contemporanee that embody the ideal of complete fusion between art and nature; then follows the contribution of Venice Open Stage and Lago Film Fest, two festivals that identify in the participation of the city and of the community a characteristic trait, to close with the themes of Urban Masking and writing in which the city, or its ruins, are the main stage for the artistic performance.
N.16 gennaio – marzo 2017
Trimestrale di Architettura e Tecnologia
Cartaceo ISSN 2532-1218
Digitale ISSN 2384-9029
Reg. Tribunale di Treviso n.245
Introduzione
Emilio Antoniol
Art in Nature di Layla Betti
La pratica di Dolomiti Contemporanee
di Gianluca D’Incà Levis
Lago Film Fest
di Ilaria Frare e Nicole Tressoldi
Venice Open Stage
di Edoardo Lazzari e David Angeli
Donato Sartori e il Mascheramento Urbano
di Sarah Sartori
Decadenza urbana
di Giada Pellicari
Infondo
a cura di Emilio Antoniol e Chiara Trojetto
ESPLORARE
a cura di Valentina Manfè
PORTFOLIO
Straordinaria quotidianità
di Edoardo Gamba
IN PRODUZIONE
Arte lapicida
di Margherita Ferrari
VOGLIO FARE L’ARCHITETTO
Santiago Calatrava: da Venezia a Valencia
di Cristina Basei
IMMERSIONE
Il nuovo Museo della Musica di Palazzo Pisani
di Enrico Bertolotti
BIM NOTES
La modellazione del costruito: da nuvole di punti a HBIM
di Paolo Borin e Carlo Zanchetta
MICROFONO ACCESO
Luca Agnani
a cura di Valentina Covre
CELLULOSA
New York New York… lascia il segno
a cura dei Librai della Marcopolo
(S)COMPOSIZIONE
Mica Van Gogh
di Emilio Antoniol e Margherita Ferrari