“In OFFICINA*22 tecnica e artificio assumono valenze multiple: dalla manipolazione della materia alla ridefinizione del senso di una pratica, fino alla rigenerazione dell’esistente, del costruito e delle nostre città. Città che oggi non sono più “spazi recintati nel mondo naturale” ma luoghi artificiali che hanno preso il posto della natura che ha perso il suo ruolo di “ordine immutabile” o di “dominio dell’uomo” per diventare semplice materia, puro materiale da utilizzare”