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Originale

OFFICINA* 24 | gennaio - febbraio 2019

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“In OFFICINA* 24 l’originale non più è solo ciò che è vero e genuino ma anche ciò che è nuovo, sia essa una tecnica, un sistema o un modello, ciò che ibrida la tradizione con l’innovazione, ma anche ciò che preserva una memoria o un’identità culturale. L’originale a tratti diventa soggettivo, a tratti assume un carattere universale, un valore insito nelle cose che prescinde da ogni scelta”

Sommario

“Detesto i prati. Tutti hanno un prato con l’erba. Detesto i prati perché tutti li hanno, come tutti ascoltano un certo tipo di musica. A volte quando entro a mangiare sento questo tipo di musica che non mi fa andar giù bene il cibo. La gente ha i prati davanti alle case perché non ha nient’altro da fare. Hanno i loro impegni, così devono fare qualcosa che non li impegni troppo. Sicché un prato è un’abitudine americana. Non so in Europa, ma qui tutti hanno un prato. E quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri”.
Con queste parole Charles Bukowski risponde a Fernanda Pivano in un’intervista del 1980 che verrà pubblicata nel libro Charles Bukowski. Quello che importa è grattarmi sotto le ascelle: Fernanda Pivano intervista Charles Bukowski (Milano, SugarCo, 1982) esprimendo con il suo consueto cinismo una forte critica verso l’omologazione e l’appiattimento di una società, quella Americana, sempre più assuefatta dalla massificazione di usanze, modi e costumi. Cosa resta quindi di autentico e genuino nel mondo di oggi? O meglio, come definiamo oggi l’originale se viviamo in un modo dove tutto sembra essere una copia o l’imitazione di qualcos’atro? E se fosse davvero così, copiare è un così grave reato?
In questo numero di OFFICINA* l’originale non più è solo ciò che è vero e genuino ma anche ciò che è nuovo, sia essa una tecnica, un sistema o un modello, ciò che ibrida la tradizione con l’innovazione, ma anche ciò che preserva – o reinventa – una memoria o un’identità culturale. L’originale a tratti diventa soggettivo, a tratti assume un carattere universale, un valore insito nelle cose che prescinde da ogni scelta. L’originale è un valore raro, da conservare, e allo stesso tempo può avere un prezzo e diventare un bene di scambio, merce in vendita.
Originale è sempre più sinonimo di diverso, è non fare le cose che fanno tutti: è non essere tutti gli altri. Emilio Antoniol

Summary

“I hate lawns. Everyone has a lawn with grass. I hate lawns because everyone has them, as everyone hears a certain kind of music. Sometimes when I go to eat I hear this kind of music that doesn’t make my food go down well. People have lawns in front of their houses because they have nothing else to do. They have their commitments, so they have to do something that doesn’t commit them too much. A lawn is an American habit. I do not know in Europe, but everyone has a lawn here. And when we do the things that everyone else does, we become everyone else”. With these words Charles Bukowski answers to an interview by Fernanda Pivano in 1980. The interview was published in the book Charles Bukowski. Quello che importa è grattarmi sotto le ascelle: Fernanda Pivano intervista Charles Bukowski (Milan, SugarCo, 1982). In this interview Bukowski express with his usual cynicism a strong criticism towards the homogenization and the flattening of the American society, addicted to the massification of habits, ways and customs. So, what is authentic and genuine in today’s world? And how can we define the original today if we live in a world where everything seems to be a copy or imitation of something else? And if it is true, is to copy such a serious crime?
In this OFFICINA* issue the original is no longer only what is true and genuine but also what is new, whether it is a technique, a system or a model, that hybridizes tradition with innovation, but also that preserves – or reinvents – a memory or cultural identity. The original sometimes becomes subjective, sometimes assumes a universal character, an intrinsic value that is independent of any choice. The original is a rare value, to be preserved, and at the same time it can become an exchange good, something to sale. Original is nowadays synonymous of different, it’s not to do the same things that everyone does: to not be everyone else. Emilio Antoniol

24

N.24 gennaio – febbraio 2019

Trimestrale di Architettura, Tecnologia e Ambiente
Cartaceo ISSN 2532-1218
Digitale ISSN 2384-9029
Reg. Tribunale di Treviso n.245

Indice

Originale

Introduzione
Emilio Antoniol
Immaginificazione
Marco De Nobili, Francesco Tosetto
Il Brevetto Torres
Marco Marino

Cultural Route
Kun Sang
Ibridazioni
Simone Devoti, Elena Pressacco

Dimenticare a memoria
Clorinda Galasso

Oltre il re-enactment
Stefano Mudu

Infondo – Il valore dell’autentico
Emilio Antoniol e Stefania Mangini

Rubriche

ESPLORARE
a cura di Valentina Manfè
PORTFOLIO
Nulla di vero tranne lo sguardo. La rivincita delle apparenze
Stefanos Antoniadis
IN PRODUZIONE
Vero marmo
Emilio Antoniol
I CORTI
SEI
Arianna Montinaro, Andrea Miljevic
Architecture potentielle
Valerio Palma
L’ARCHITETTO
Modelli di realtà
Rafael Lorentz
Angelo Mangiarotti: la ricerca autentica del comporre
Enrico Bascherini
Bellezza di verità
Angela Benfante
L’IMMERSIONE
Orizzonte e oggetti

Stefano Ghiotto
Luoghi, tempo, identità e memoria
Graziana Florio
365 Melette
Irene Franino
AL MICROFONO
Un’autentica avanguardia

a cura di Arianna Mion
CELLULOSA
Autenticità [au-ten-ti-ci-tà] n.f. invar.
a cura dei Librai della Marcopolo
(S)COMPOSIZIONE
Anyone for tennis, wouldn’t that be nice?
Emilio Antoniol

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