• Code of Ethics
  • Transparency Principles
  • Privacy policy
OFFICINA*OFFICINA*OFFICINA*OFFICINA*
  • Rivista
  • Persone
  • Pubblicazioni
  • Associazione
  • Post-it
  • Contatti
  • Sostieni

Rifugi Ripari Rimedi

OFFICINA* 28 | gennaio - marzo 2020

> Acquista

Rifugio (ant. refùgio) s.m. [dal lat. refugium, der. di refugĕre «rifuggire»].
Riparo s. m. [der. di riparare].
Rimedio (ant. remèdio) s. m. [dal lat. remedium, der. del tema di mederi «medicare, curare»].
Molte sono le occasioni in cui si cerca rifugio per nascondersi e sentirsi protetti, un riparo per non sentirsi persi, un rimedio per ritrovarsi.

Sommario

In un’epoca – come mai prima d’ora – votata alla condivisione (anche) social, si sta registrando una flebile controtendenza nel progetto che porta a sfuggire dalla massa, dai grandi eventi, dal caos, per ritagliarsi nuovi spazi privati, nuove dimensioni “a nostra misura”, in cui la sfera intima sia protagonista. Una tana in un parco, un bivacco alpino, una pensilina in una notte di pioggia, una tenda in mezzo ai ghiacci, una canzone per uno studente fuori sede, un tunnel sotterraneo, sotto il tavolo quando si giocava a nascondino, un cellulare tra la folla, un libro, una luce calda e soffusa, una password, una tavoletta di cioccolato alla fine di una giornata complicata, un archivio della memoria storica, culturale, materiale, di luoghi e territori.
Molte sono le occasioni in cui si cerca rifugio per nascondersi e sentirsi protetti, un riparo per non sentirsi persi, un rimedio per ritrovarsi.
Il progetto, dall’architettura al prodotto, dal materiale all’immateriale, a partire da esigenze diverse, definisce i limiti e le forme dei nuovi rifugi, ripari e rimedi, in un continuo equilibrio tra un “dentro” rassicurante, spontaneo e libero seppur confinato, e un “fuori” caratterizzato da un più o meno velato disagio. Le più recenti istanze del progetto, unite a fenomeni socio-politici, geografici, o anche semplicemente di costume, si adattano alle immersioni nel mondo digitale, agli spazi immateriali – di suono, luce, silenzio – che accolgono, rassicurano, confortano e, talvolta, proteggono così come a nuove tendenze quali il fenomeno del nomadismo urbano, caratterizzato da un continuo muoversi e da una costante ricerca di nuovi luoghi. E allora, progettando i nuovi rifugi, i più recenti rimedi, all’insegna del nuovo ultimo riparo, non si starà in qualche modo cercando di confortare proprio noi stessi, tentando di colmare il vuoto lasciato dalle nostre immani ed umane fragilità? I nuovi rifugi non dovranno essere forse un “riparo” alle azioni dell’uomo nei confronti del nostro Pianeta e dell’ambiente in cui viviamo, un “rimedio” per azioni fatte di cui non vogliamo più macchiarci? E quindi, da che cosa si fugge e come si trova rifugio oggi? Quali sono i rimedi alle questioni più attuali? Quali i prodotti e i piccoli gesti per darci un conforto e un riparo dai piccoli o grandi problemi quotidiani?
Sono differenti le scale di intervento e diversi gli approcci al tema da parte dei progettisti nelle varie discipline: dal bivacco alla hut, dalla porta di casa alla musica, fino ai rifugi socio-politici e digitali, i progettisti riflettono sulle modalità di fruizione di spazi, luoghi, epoche per la “tutela” di territori, ricordi, persone, emozioni e account, in un mondo reale e anche digitale.

Doriana Dal Palù e Beatrice Lerma

Summary

In an age that is devoted – more than ever before – to social and other forms of sharing, the project has taken a slight change of direction, leading us to escape the crowds, shun major events, avoid chaos, and cut out new spaces in our personal sphere, new dimensions “that suit us”, where intimacy is the protagonist. A den in a park, an alpine bivouac, a shelter on a rainy night, a tent on ice, a song for a student away from home, an underground tunnel, under the table while playing hide-and-seek, a mobile phone in the crowd, a book, a warm, suffused light, a password, a bar of chocolate at the end of a hard day, archives holding historical and cultural material, objects, records of places and territories.
There are many occasions when we seek refuge, to hide and feel safe, a shelter to prevent ourselves from feeling lost, a remedy to help us recover.
The project, from the architecture to the product, from material to immaterial, starting from different needs, defines the limits and shapes of new forms of refuge, shelter and remedy, striking a continuous balance between a reassuring, spontaneous and free yet confined “inside”, and an “outside” characterised by a more or less veiled feeling of anxiety. The most recent project proposals, combined with socio-political and geographic phenomena, or even just customs, are compatible with our immersion into a digital world, with immaterial spaces – sound, light, silence – that welcome, reassure, comfort and sometimes even protect us, and with new trends such as that of urban nomadism, characterised by continuous mobility and a constant search for new places. So, by designing new forms of refuge, the most recent remedies, and developing the most innovative shelters, are we trying somehow to comfort ourselves, attempting to fill the gap left by our tremendous, human fragility? Shouldn’t the new places where we can seek refuge perhaps be a “shelter” from the actions of man against our Planet and the environment in which we live, a “remedy” for past actions that we no longer want to soil our hands with? And so, what are we escaping from, and how can we seek refuge today? What are the remedies for today’s biggest concerns? biggest concerns? Which products and small gestures can comfort us and shelter us from the problems we encounter on a daily basis, however large or small?
Designers in the various disciplines act on different scales and adopt a variety of approaches to tackle the issue: from the bivouac to the hut, from the door of our home to music, to socio-political and digital forms of refuge, they reflect on how spaces, places, periods can be used to “protect” territories, memories, people, feelings and accounts, in a world that is real but also digital.  

Doriana Del Palù e Beatrice Lerma

28a

N.28 gennaio – marzo 2020

Trimestrale di Architettura, Tecnologia e Ambiente
Cartaceo ISSN 2532-1218
Digitale ISSN 2384-9029
Reg. Tribunale di Treviso n.245

Indice

Rifugi Ripari Rimedi

Introduzione
Proteggersi tra “materiale” e “immateriale”
Doriana Dal Palù, Beatrice Lerma
Rifugio in-sicurezza
Chiara Davino, Lorenza Villani
Oggetti custodi di emozioni
Lucia Caron
Al margine del dentro, al margine del fuori
Valeria Paci
Ripararsi al Polo Nord
Alice Callegaro
Scoprire le Ter.Re Resistenti
Giulia Beltramo
Rifugi di libertà: riflessi tra musica e spazio
Agnese Amico
Infondo – Aree protette
a cura di Stefania Mangini

Rubriche

ESPLORARE
a cura di Fibio Merotto
PORTFOLIO
Il rifugio di Eumeo
Stefanos Antoniadis

I CORTI
Il rifugio populista. Dall’immaginazione allo spazio pubblico
Noemi Biasetton
Un piccolo frammezzo tra terra e cielo: canPO #04
Alessandro Bellini
Il margine e l’eterotopia: il Bosco Sacro di Bomarzo come paradigma del temenos contemporaneo
Marco De Nobili, Francesco Tosetto
L’ARCHITETTO
Il Recinto

Antonio Vobbio

L’IMMERSIONE
Potere all’immaginazione: New Babylon

Letizia Goretti
Ripararsi
Margherita Fiorini, Michele Anelli-Monti
Protezione tra realtà e utopia
Damiano Di Mele
Ritrovarsi in un margine
Giulia Buffoli
SOUVENIR
Le 12 meno un quarto

Letizia Goretti
AL MICROFONO
Rifugio Rosso

a cura di Arianna Mion
CELLULOSA
Quello che so delle chiese
a cura dei Librai della Marcopolo
(S)COMPOSIZIONE
Scatole
Emilio Antoniol

Associazione Culturale OFFICINA*
  • Rivista
  • Persone
  • Pubblicazioni
  • Associazione
  • Post-it
  • Contatti
  • Code of Ethic
  • Transparency Principles
  • Privacy policy
OFFICINA*