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Aree Dense

OFFICINA* 29 | aprile - giugno 2020

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“Il margine è uno spazio intermedio tra due condizioni, per sua natura incerto, aperto a diverse interpretazioni, luogo di possibilità e innovazione.
Nelle aree densamente abitate, i margini rappresentano luoghi di confronto e conflitto, dove si fa più visibile la compresenza e vicinanza di problematiche e criticità di diversa natura, di carattere urbano, economico, ambientale e sociale”

Sommario

Fragilità territoriali e margini urbani: tra adattamento e rigenerazione

Il “margine” è uno spazio intermedio tra due condizioni, per sua natura incerto, aperto a diverse interpretazioni, luogo di possibilità e innovazione. Nelle aree densamente abitate, i margini rappresentano luoghi di confronto e conflitto, dove si fa più visibile la compresenza e vicinanza di problematiche e criticità di diversa natura, di carattere urbano, economico, ambientale e sociale.
In questo numero proveremo a esplorare la continua modificazione degli spazi marginali nelle aree dense, ovvero città e contesti metropolitani, città medie, urbanizzazioni diffuse dove la densità abitativa è bassa ma, grazie alle attività presenti e alle possibilità di spostamento, si sviluppano comunque pratiche urbane e architettoniche innovative. Per indagarne le forme di cambiamento, trasformazione e rigenerazione urbana, ci sembra utile mettere al lavoro la categoria interpretativa della “fragilità territoriale”1. Si tratta di un concetto multidimensionale che combina elementi di vulnerabilità di tipo spaziale e ambientale, oltre a dimensioni economiche e sociali ma che, come il margine, può trasformarsi anche in risorsa, aprendo a fertili sperimentazioni progettuali, a scale diverse.
Nello scenario contemporaneo, cogliamo una grande varietà di luoghi densamente abitati, talvolta sfruttati e messi in crisi, talvolta dimenticati e abbandonati; in entrambi i casi, bisognosi di cura, riequilibrio e adattamento alle nuove domande delle popolazioni che li vivono e praticano. Attraverso l’esplorazione di contesti diversi, si è condotto un piccolo viaggio tra geografie e paesaggi delicati e fragili, che rivelano una pluralità di temi e condizioni.
Un primo ambito di riflessione riguarda il concetto di “rischio”, associato a forme di fragilità di tipo socio-ambientale, in particolare al sistema delle acque: dalle aree costiere italiane sottoposte a repentini cambiamenti climatici, alla vulnerabilità idrogeologica della città di Quito, in Ecuador, e alla conseguente necessità di ri-scrivere un “codice” progettuale nuovo, arrivando a progetti bottom-up di de-impermeabilizzazione e riappropriazione degli spazi pubblici interstiziali in alcune città nordamericane.
Un secondo ambito di indagine ha a che fare con il vasto ambito della “rigenerazione urbana” che riguarda sia la necessità di ripensare al tema della sicurezza nel disegno e negli usi dello spazio pubblico contemporaneo, sia la definizione e sperimentazione di strategie e processi di riattivazione partecipata a scala locale, in ambiti periferici e borghi di medie dimensioni: il quartiere Ballarò di Palermo, la Falchera a Torino, Borgo Grazzano a Udine, gli ambiti periferici di Londra e New York City. Rigenerazione, non soltanto urbana, ma anche tecnologica: la storia della Grenfell Tower di Londra e alcuni possibili scenari di adattamento e di messa in sicurezza dell’edificio che avrebbero potuto, forse, scongiurare il tragico incendio avvenuto nel 2017.
Luoghi “ai margini”, con forme di fragilità plurime, sovrapposte e intrecciate, di tipo socio-demografico ed economico che mostrano come, attraverso progetti di trasformazione urbana e architettonica, talvolta anche puntuali e minuti, sia possibile innescare forme di adattamento e rivitalizzazione dei luoghi.
Infine un ultimo tema esplorato nei contributi declina marginalità e fragilità dal punto di vista temporale, proponendo interventi che esplorano il concetto di “memoria”: il recupero di uno spazio conteso come quello del muro a Berlino, la riqualificazione di un’area bombardata a Varsavia, il disvelarsi di persone e oggetti in rovina nelle fotografie di Vasco Ascolini.
Territori, spazi, architetture descrivono un contesto – quello delle aree dense – complesso e contraddittorio entro il quale testare, proprio a partire dalle aree marginali, strategie, azioni e interventi che consentano di governare e superare le attuali situazioni di fragilità territoriale.
I contributi presentati nel volume sollecitano una riflessione sull’importanza di pensare progetti integrati, capaci di far coesistere molteplici questioni: la rigenerazione e cura del patrimonio esistente, l’adattamento ai cambiamenti climatici e socio-demografici, il coinvolgimento delle popolazioni. E questo vale tanto più ora: l’inedita emergenza sanitaria che stiamo vivendo ci obbliga a rivedere i concetti stessi di marginalità e fragilità territoriale, le loro geografie, la loro estensione, sottolineando con forza la necessità di mettere al centro del nostro operare lo spazio aperto pubblico come luogo della socialità, del benessere, dell’inclusione.

Cristiana Mattioli e Giulia Setti

Summary

Territorial Fragility and Urban Margins: between Adaptation and Regeneration

“Margin” is an intermediate space between two conditions, by its uncertain nature and open to different low-definition interpretations. It is a place of possibility and innovation. In densely inhabited areas, the margins represent places of debate and conflict, where the co-presence and closeness of problems and critical issues of different nature, such as urban, economic, environmental and social, are more visible.
In this issue, we will try to explore the continuous modification of marginal spaces in dense areas, namely cities and metropolitan areas, medium cities, widespread urbanizations where the population density is low but, thanks to the presence of activities and the possibility of moving, innovative urban and architectural practices are still developing.
In order to investigate the forms of change, transformation and urban regeneration, it seems useful to work with the interpretative category of “territorial fragilities”1. It is a multidimensional concept that combines elements of spatial and environmental vulnerability, as well as economic and social aspects, but which, like the margin, could also be transformed into a resource, opening up to fertile design experiments, on different scales.
In the contemporary scenario, we capture a great variety of densely populated places, sometimes abused or put in crisis, sometimes forgotten and abandoned; in both cases, they show the need of care, rebalancing and adaptation to the new demands of populations that live and practice them.
Through the exploration of different contexts, a small journey has been made between delicate and fragile geographies and landscapes, which revealed a plurality of topics and conditions.
A first theme of reflection concerns the concept of “risk”, associated with social and environmental fragilities, in particular of the water system: from the Italian coastal areas subjected to sudden climate changes, to the hydrogeological vulnerability of the city of Quito, in Ecuador, and the consequent necessity to rewrite a new design “code”, arriving to bottom-up projects of depaving and re-appropriation of interstitial public spaces in some North American cities.
A second area of investigation has to do with the vast topic of “urban regeneration” that concerns both the need of rethinking the safety issues in the design and uses of contemporary public space, and defining and testing strategies and processes of participatory reactivation on a local scale, in peripheral areas and mid-sized villages: the Ballarò neighborhood in Palermo, the Falchera one in Turin, Borgo Grazzano in Udine, some peripheral areas in London and New York City. A regeneration that is not only urban, but also technological: the history of Grenfell Tower in London and some possible scenarios of adaptation and building security that, perhaps, could have prevented the tragic fire that occurred in 2017.
Places “at margins”, with multiple, overlapping and intertwined fragilities, of different types like socio-demographic and economic ones, which show how it’s possible to generate forms of adaptation and revitalization of these places through urban and architectural projects, sometimes even punctual and minimal.
The final part explores marginality and fragilities from a temporal perspective, proposing interventions that investigate the concept of “memory”: the recovery of a disputed space like the Berlin wall, the redevelopment of a bombed area in Warsaw, the unveiling of broken people and objects in Vasco Ascolini’s photographs.
Territory, space and architecture describe the complex and inconsistent context of the dense areas, where strategies, actions and interventions capable of solving territorial fragilities, starting from the suburbs, should be undertaken.
The papers of the issue need a reflection upon the relevance of integrated projects that simultaneously face many topics: regeneration and care of the existing, adaptation to climate and socio-demographic changes, involvement of the communities.
This is even more decisive now: the unforeseen sanitary emergency that we are living forces us to reconsider the concepts of marginality and territorial fragilities, their geographies, their size, clearly underlying the need to put the public outdoor space at the centre of our work as place of social relationships, welfare and inclusion.

Cristiana Mattioli e Giulia Setti

29

N.29 aprile – giugno 2020

Trimestrale di Architettura, Tecnologia e Ambiente
Cartaceo ISSN 2532-1218
Digitale ISSN 2384-9029
Reg. Tribunale di Treviso n.245

Indice

Aree Dense

Introduzione
Fragilità territoriali e margini urbani: tra adattamento e rigenerazione
Territorial Fragility and Urban Margins: between Adaptationand Regeneration
Cristiana Mattioli, Giulia Setti

Alla ricerca della fragilità
The Pursuit of Fragility
Filippo Magni, Giacomo Magnabosco
Quito “Codice Aperto”
Quito “Open Code”
Paola Bracchi, Marianela Cruz Cabrera, Dario Giordanelli

Comunità e depaving
Community and Depaving
Emanuele Garda
La città inclusiva
The Inclusive City
Linda Roveredo

Nuovi confini urbani
New Urban Boundaries
Rosaria Revellini

Infondo – Infrastrutture
Stefania Mangini

Rubriche

ESPLORARE
a cura della redazione
PORTFOLIO
Sotto l’albero d’ulivo. Un viaggio dietro il muro
Under the Olive Tree. A Journey behind the Wall
Sara Salvador
IL LIBRO
Lo spazio in attesa
The Waiting Space
Nicola Auciello
I CORTI
Lo storico quartiere “Bexiga” nella contemporaneità
The Historical “Bexiga” District in Contemporary Times
Giulia Vercelli
Pieni e Vuoti: una grande riserva di spazio
Fullness and Emptiness: a Large Space Reserve
Paola Careno
Le tendenze della densificazione in altezza
High-density Trends
Martina Belmonte
L’ARCHITETTO
Londra, Grenfell Tower
London, Grenfell Tower
Giacomo Checchin
Anatomia di un vuoto urbano nella città post-apocalittica
Anatomy of an Urban Void in the Post-apocalyptic City
Matteo Isacco

L’IMMERSIONE
L’isola periurbana senza limiti

The Limitless Periurban Island
Elisa Boschi
Prospettiva Ballarò
Perspective Ballarò
Beatrice Balducci, Chiara Torregrossa
Spazi di coworking per la trasformazione urbana
Urban Effects of Coworking Spaces for Urban Transformation
Irene Manzini Ceinar
Il muro che (non) c’è
The Wall that is (not)
Maura Manzelle
L’ombra delle rovine e i margini della società nella fotografia di Vasco Ascolini
The Shadow of Ruins and the Margins of Society in Vasco Ascolini’s Photography
Annalisa Comes
SOUVENIR
Memoria di un pino che non era lì
Memory of a Pine Tree that was not there
Letizia Goretti
CELLULOSA
Diluire la densità
a cura dei Librai della Marcopolo
(S)COMPOSIZIONE
Spiaggie
a cura della redazione

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