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Adattamento

OFFICINA* 31 | ottobre - dicembre 2020

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“L’adattamento è la capacità che ha un organismo o un sistema ambientale di adeguarsi al modificarsi delle condizioni esterne. È un concetto trans-scalare e trans-disciplinare e può, più specificatamente, essere inteso sia come capacità di un utente di garantire l’assolvimento dei propri bisogni in contesti ostili o in continuo cambiamento, sia come una proprietà di un organismo architettonico nella gestione dei cambiamenti del nostro modo di vita e declinato rispetto a più ampie strategie nel progetto di architettura e della città.”

Sommario

Adattamento: tra reazione e azione progettuale

“L’architettura è l’adattarsi delle forme a forze contrarie” J. Ruskin

L’adattamento è la capacità che ha un organismo o un sistema ambientale di adeguarsi al modificarsi delle condizioni esterne. È un concetto trans-scalare e trans-disciplinare e può, più specificatamente, essere inteso sia come capacità di un utente di garantire l’assolvimento dei propri bisogni in contesti ostili o in continuo cambiamento, sia come una proprietà di un organismo architettonico nella gestione dei cambiamenti del nostro modo di vita e declinato rispetto a più ampie strategie nel progetto di architettura e della città.
In riferimento a un organismo architettonico, l’adattamento spesso determina la necessità di riuso e adeguamento del patrimonio esistente, edificio o spazio pubblico, e l’impiego di tecnologie per mantenere in vita spazio e architettura. In questa direzione si inseriscono parte dei contributi di questo numero di OFFICINA*, tra essi quello di Cirnigliaro, nel quale l’adattamento è presentato come una capacità dell’uomo ad agire sugli spazi comuni per adattarli ai propri bisogni. Tale capacità, secondo l’autrice, getta le basi per una proposta sulla trasformazione degli spazi pubblici che, come ella stessa afferma “non prevede progetti definitivi e pronti all’uso. Piuttosto, considera le potenzialità di elementi adattabili”.
Il concetto di adattamento inteso come capacità del costruito passa per la disamina di Bruschi nel mettere in evidenza i fattori di vulnerabilità dell’architettura storica e l’esigenza di modelli interpretativi e predittivi del comportamento del manufatto che possano innescare una conservazione programmata come strategia di adattamento ai cambiamenti climatici e al deterioramento materico del costruito. Con una diversa attitudine e attraverso un racconto architettonico avvincente, il concetto di adattamento nei contesti storici è esplicitato anche nel saggio di Carlini: in esso viene dipanata la questione relativa al rapporto tra architettura e archeologia, rapporto che “impone alla città un continuo processo di adattamento teso a far sì che il patrimonio sia fruibile e accessibile nel modo più inclusivo possibile”. Le architetture dei casi studio mostrano il potenziale di approcci progettuali e tecnologici sapienti in paesaggi in continua trasformazione.
Il tema dell’adattamento è enucleato nel contesto della marginalità nei contributi di Triches e Brusegan e in quello di Caputo. La condizione di marginalità è a tutti gli effetti quella che maggiormente mina le condizioni di stabilità delle risorse e delle comunità e dove le strategie di adattamento sono maggiormente manifeste. Nelle condizioni di marginalità le condizioni di reciprocità tra comunità e ambiente divengono manifesto della capacità di adattamento come declinato nel primo contributo citato. Analogamente, ma ad una scala progettuale più ridotta, il secondo articolo presenta alcuni strumenti del design che consentono un adattamento “eticamente determinante” attraverso nuove forme di comunicazione in grado di “creare un’eco collettiva”, e attribuendo ruolo fondamentale nel processo di adattamento a un approccio partecipativo e pragmatico.
Infine Alcaro e Patassini, indagando il contesto peculiare dei campi profughi, riconoscono come in questi luoghi transitori “si producano energie” per rispondere in modo adattativo a questioni sociali. Essi descrivono come questi luoghi così speciali divengano un vero e proprio “dispositivo per la transizione, dotato di autonomia e, per forza di cose, di permanenza”, esempio dunque sia di processo e sia di luogo adattivo.
Dalla lettura di questo numero emerge come ciò che è adattivo sia in grado di aumentare l’efficienza di un organismo nel procurarsi o utilizzare le risorse esistenti, costituendosi come un fattore intrinseco di un prodotto o di un processo, spesso declinato sui più ampi temi dell’emergenza e della temporaneità.
In sintesi un concetto di adattamento inteso oltre che come una capacità insita in un organismo, come una caratteristica ad esso fornita in forma previsionale e progettuale. E dunque una nostra nuova responsabilità progettuale. Laura Calcagnini

Summary

Adaptation: design reaction or action

“Architecture is the adaptation of forms to opposing forces” J. Ruskin

Adaptation is the ability that an organism or an environmental system has to adapt itself to changing external conditions. It is a trans-scalar and trans-disciplinary concept and can be understood both as the ability of a user to guarantee the fulfillment of their needs in hostile or constantly changing contexts, and as a property of an architectural organism in the management of changes in our way of life. It can be declined with respect to broader strategies in the design of architecture and the city.
With reference to an architectural organism, adaptation often determines the need for reuse and adaptation of the existing heritage, building or public space, and the use of technologies to maintain space and architecture. Part of the contributions of this issue of OFFICINA* fit into this direction. In the Cirnigliaro’s paper, adaptation is presented as a human ability to act on common spaces to adapt them to their needs. This ability, according to the author, lays the foundations for a proposal on the transformation of public spaces which, as she herself states, “does not provide for definitive and ready-to-use projects. Rather, it considers the potential of adaptable elements”.
The concept of adaptation as a capacity of the built passes through Bruschi’s paper in highlighting the vulnerability issues of historical architecture and the need for interpretative and predictive models of the building behavior that could trigger programmed conservation as an adaptation strategy to climate change and to the material deterioration of buildings. With a different attitude and through a compelling architectural story, the concept of adaptation in historical contexts is also made explicit in Carlini’s essay: in it the question relating to the relationship between architecture and archeology is unraveled, a relationship that “imposes a continuous process of adaptation aimed at ensuring that the heritage were usable and accessible in the most inclusive way possible “. The architectures of the case studies show the potential of design approaches and skilled technologists in constantly changing landscapes.
The theme of adaptation is set out in the context of marginality in the contributions of Triches and Brusegan and in that of Caputo. The condition of marginality is in effect the one that most undermines the conditions of stability of resources and communities and where adaptation strategies are most evident. In the conditions of marginality, for the firsts authors, the reciprocity between community and environment become manifest of the ability to adapt as described. Similarly, but on a smaller design scale, Caputo presents some design tools that allow an “ethically decisive” adaptation through new forms of communication capable of “creating a collective echo”, and attributing a fundamental role in the adaptation process to a participatory and pragmatic approach.
Finally Alcaro and Patassini, investigating the specific context of the refugee camps, recognize how in these transitory places “energies are produced” to respond in an adaptive way to social questions. They describe how these very special places become a real “device for transition, endowed with autonomy and, inevitably, permanence”, therefore an example of both process and adaptive place.
From the reading of this issue it emerges that what is adaptive is able to increase the efficiency of an organism in procuring or using existing resources, constituting itself as an intrinsic factor of a product or process, often declined on the broader themes of emergency and temporariness.
In short, a concept of adaptation intended not only as an inherent capacity in an organism, but also as a characteristic provided to it in a forecasting and planning form. And therefore our new design responsibility. Laura Calcagnini

31a

N.31 ottobre – dicembre 2020

Trimestrale di Architettura, Tecnologia e Ambiente
Cartaceo ISSN 2532-1218
Digitale ISSN 2384-9029
Reg. Tribunale di Treviso n.245

Indice

Adattamento

Introduzione
Adattamento: tra reazione e azione progettuale
Adaptation: design reactionor action
Laura Calcagnini

Dispositivi semplici Simple
Design Strategies
Elisa Brusegan, Massimo Triches
Riprogettare i confini
Redesigning Borders
Irene Caputo
Vivere senza margini
Live without Borders
Federico Alcaro, Domenico Patassini
Gli attivatori urbani
Urban Activators
Elena Cirnigliaro
Percorrere un’area archeologica
Going through an Archaeological Site
Alessandra Carlini
Global warming e restauro
Global Warming and Restoration
Greta Bruschi

Infondo – Bonifiche
Stefania Mangini

Rubriche

ESPLORARE
a cura di Letizia Goretti
PORTFOLIO
Fenêtres sur tour. Tentatives d’épuisement d’une vue parisienne
Windows onto Tower. Attempts to exhaust a Parisian View
Martin Argyroglo
IL LIBRO
Città in equilibrio mobile
Cities in Mobile Equilibrium
Luna Kappler
I CORTI
Alterità e risignificazioni

Otherness and New Signification
Maria Pia Amore
Verso una manifattura glocale
Towards a Glocal Manufacturing
Claudia Morea
L’ARCHITETTO
Super Montréal 2042
Alessio Busato
Margin as a Space of Action
Margine come spazio di azione
Andrya Kohlmann, Rafael Lorentz
Non sarei come sono, se sapessi come non esserlo
I wouldn’t be like this, if I knew how to not be like this
Michele Prendini
L’IMMERSIONE
Il litorale dinanzi all’innalzamento del livello medio del mare
Seashore street facing average sea level rise
Francesca Dal Cin
Siti del patrimonio culturale del popolo
KhoiSan KhoiSan heritage sites, South Africa
Magda Minguzzi
When the Human exceeds the Real
Quando l’umano supera il reale
Roy Wroth
SOUVENIR
Doppio senso!
Double Meaning!
Letizia Goretti
AL MICROFONO
Come la tempesta Vaia sia diventata tangibile poesia
How the Vaia storm became tangible poetry
con Federico Stefani, a cura di
Arianna Mion
CELLULOSA
Dalle parole allo spazio
a cura dei Librai della Marcopolo
(S)COMPOSIZIONE
Changes
Emilio Antoniol

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